Domande frequenti

I prodotti bio sono più sani? Perché i prodotti con il marchio Bio Suisse sono anche importati? Perché il rame è ammesso nell'agricoltura bio?

Domande e incertezze accompagnano ogni consumatore consapevole. Bio Suisse si impegna a creare trasparenza e chiarezza.

L’agricoltura biologica è una forma di agricoltura particolarmente naturale sviluppatasi circa 100 anni fa. Da 20 anni questa forma di coltura, definita anche dalle leggi e dall’Ordinanza sull’agricoltura biologica, lavora con la natura e le condizioni locali: con concimi di animali, piante e minerali, prodotti fitosanitari naturali e varietà di piante e razze di animali vigorose. È possibile utilizzare anche le tecnologie più moderne, come i robot da diserbo o le trappole con esca, a condizione che vengano rispettati i principi di cura e sostenibilità. La fertilità del suolo e la biodiversità vengono curate e incentivate in modo consapevole. Gli animali vengono allevati e foraggiati conformemente alla loro specie. Questa forma di coltura garantisce che nessuna sostanza chimica di sintesi arrivi ai nostri terreni, corsi d’acqua e, in definitiva, alle persone. I prodotti alimentari bio vengono coltivati in modo più naturale, sono praticamente privi di residui ma hanno un valore nutrizionale maggiore. I prodotti alimentari bio sono quindi più sostenibili di quelli convenzionali.

I requisiti principali rispettati a livello mondial

  • Nessun pesticida e concime di sintesi
  • Nessun utilizzo di piante, animali e microrganismi geneticamente modificati
  • Conservazione della fertilità del suolo e della biodiversità
  • Allevamento rispettoso della specie 

Oltre ai requisiti dell’Ordinanza sull’agricoltura biologica (vedasi domanda precedente), le aziende Gemma garantiscono un approccio olistico alla sostenibilità. Gli animali nelle aziende Gemma hanno la possibilità di muoversi liberamente all’aperto d’estate come d’inverno e vengono foraggiati conformemente all’ubicazione e alla specie. Bio Suisse persegue una strategia sostenibile e climatica. Il trasporto aereo è proibito e può essere importato solo ciò che non cresce in Svizzera o che non è disponibile in una quantità sufficiente. I licenziatari di Bio Suisse mirano a garantire una trasformazione accurata senza l’uso di aromi, coloranti, vitamine artificiali e della tecnologia genetica. La Gemma garantisce però anche maggiore equità a livello economico e sociale. Bio Suisse promuove in modo mirato la trasparenza tra i partner commerciali, riunisce consumatori e produttori e stabilisce chiari requisiti sociali per quanto riguarda le condizioni di lavoro e il commercio di prodotti Gemma.

Per ulteriori dettagli si veda la domanda sulla differenza tra biologico e Gemma Bio

Sì, potete contare su questo. Le direttive Gemma si applicano alla trasformazione e al commercio dei prodotti. Solo chi si attiene coerentemente alle direttive può impreziosire i propri prodotti con la Gemma. Rigorose verifiche da parte di organismi di controllo e di certificazione indipendenti sono alla base di una garanzia bio senza lacune. La produzione, le materie prime, le ricette, la trasformazione, il trasporto e lo stoccaggio devono corrispondere alle direttive Gemma. I prodotti Gemma vengono stoccati e trasformati separatamente.

La Svizzera è una vera e propria culla dell’agricoltura biologica.

  • Mina Hofstetter, contadina e giardiniera, sviluppò l’«agricoltura naturale» già all’inizio del XX secolo.
  • Negli anni Trenta, ispirandosi alle lezioni di Rudolf Steiner, le prime aziende agricole della Svizzera furono gestite secondo il metodo di coltivazione biodinamico.
  • Negli anni Quaranta, i coniugi Maria e Hans Müller svilupparono la coltivazione biologico-organica e consolidarono il concetto di agricoltura sostenibile a cicli chiusi.
  • Nel 1974 viene fondato l’Istituto di ricerca in agricoltura biologica (FiBL), un ente che ha cercato di suffragare scientificamente le osservazioni dei pionieri dell’agricoltura biologica.
  • L’era moderna dell’agricoltura biologica inizia nel 1981 con la fondazione dell’Associazione svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica (VSBLO).
  • Le prime direttive comuni per l’agricoltura sono state approvate nel 1980; contemporaneamente fu creato il marchio registrato per l’agricoltura biologica controllata, la Gemma.
  • Negli ultimi anni il mercato bio in Svizzera e l’Associazione Bio Suisse hanno registrato uno sviluppo notevole. Nel 1997 il nome della VSBLO (Associazione svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica) è stato modificato in Bio Suisse. Oggi oltre 7’500 aziende bio svizzere sono certificate Gemma.

I dati aggiornati sull’agricoltura biologica svizzera sono disponibili qui

Qui trovate la storia completa

 

No. L’articolo 1 dell’Ordinanza sull’agricoltura biologica svizzera del 22.09.1997 disciplina il contrassegno dei prodotti biologici.  Le designazioni «biologico» o «ecologico» possono essere utilizzate solo se è stato osservato, controllato e certificato il rispetto dei requisiti biologici nella produzione, nella trasformazione e nell’importazione.

La raccolta selvatica è considerata un complemento alla produzione agricola. Il contrassegno Gemma indica un elevato standard di qualità anche per la raccolta selvatica.

Per la raccolta selvatica vale l’applicazione per analogia dei requisiti dell’agricoltura biologica.  Ad esempio, le piante selvatiche non devono essere esposte ad alcun trattamento con sostanze chimiche di sintesi, né nel campo né durante lo stoccaggio. La certificazione dei prodotti provenienti dalla raccolta selvatica è centrata sulla sostenibilità dell’utilizzo. È possibile raccogliere solo una quantità di piante o bacche equivalente a quante ne ricresceranno. Inoltre, la raccolta non deve pregiudicare la biodiversità dell’area. La raccolta è documentata e controllata.

Le fonti di emissione nell’area di raccolta e nelle sue vicinanze devono essere note e documentate per il controllo. Le analisi dei residui devono comprovare il rispetto dei valori limite.

I coltivatori bio preferiscono animali e piante con una costituzione particolarmente robusta. Nella coltivazione della frutta a granella, ad esempio, si prediligono le varietà di gran lunga resistenti alle malattie e agli organismi nocivi. Ad esempio, le mele Florina, Ariane o Retina compaiono sempre più spesso sugli scaffali di vendita. Sono caratterizzate da un buon sapore e da un’ottima resistenza alle malattie fungine. Per gli animali da reddito, ad esempio le mucche, i bioproduttori non si affidano ad animali ad alto rendimento, poiché sono considerati vulnerabili. Piuttosto, una mucca bio deve essere in grado di adattarsi bene all’ubicazione e alla forma di allevamento più estensiva. In media, la sua produttività lattiera è molto inferiore. Per questo motivo, le mucche bio rimangono sane più a lungo e necessitano di meno medicamenti.

Sì, in alcuni casi il bioagricoltore può ricorrere anche alla spruzzatura. I mezzi naturali per il trattamento di parassiti e malattie sono ammessi secondo l’elenco dei fattori di produzione (FiBL). FiBL e Bio Suisse decidono quali prodotti sono consentiti nell’agricoltura biologica dopo una verifica in base alla legislazione. Contro le vespe, gli afidi e i ragnetti rossi si possono ad esempio impiegare estratto di quassia (quassia amara) o sapone molle a base di acidi grassi di potassio o di cocco. Nella frutticoltura, l’argilla viene utilizzata ad esempio nel caso di un attacco di ticchiolatura.  In ogni caso, l’azienda bio cerca di evitare anche questi trattamenti promuovendo l’equilibrio naturale e gli organismi utili, la selezione sapiente delle varietà, l’avvicendamento, la gestione o le misure meccaniche come le reti per la protezione delle colture. Con questa protezione «delicata» delle piante, il bioagricoltore evita i residui di prodotti fitosanitari chimici di sintesi nei prodotti alimentari, sgrava l’ambiente da sostanze nocive e nuove in natura e rafforza la biodiversità.

La produzione biologica di vino senza preparati a base di rame è oggi quasi impossibile con le condizioni climatiche locali e l’attuale numero di piante. La ricerca biologica si è dedicata a lungo a possibili alternative al rame, in quanto può accumularsi nel suolo. Dopo molti anni di ricerca, alcuni preparati con una quantità di rame e di agenti alternativi significativamente inferiore sono ora in fase di omologazione.

Per quanto riguarda l’effetto dannoso sugli organismi presenti nel suolo, è molto importante la quantità utilizzata. Bio Suisse ha pertanto limitato l’impiego di questi prodotti già diversi anni fa. Gli effetti negativi sugli organismi presenti nel suolo si manifestano solo ad alte concentrazioni. È il caso dei vigneti utilizzati da molti anni, dove in passato (cioè prima dell’introduzione dell’agricoltura biologica) venivano spruzzati fino a 80 kg di rame puro per ettaro all’anno. L’agricoltura biologica consente un massimo di 4 kg di rame per ettaro all’anno in viticoltura, solo 1,5 kg per la frutta a granella e 2 kg per le bacche.

Inoltre, il rame è utilizzato come fungicida secondo i quantitativi applicabili soprattutto nell’agricoltura convenzionale (anche nella produzione integrata). In questo tipo di agricoltura, si tratta di un’alternativa importante se si è in presenza di ceppi fungini resistenti ai moderni fungicidi. Viene tuttavia utilizzato dai produttori convenzionali anche per motivi di costo.

Il rame inoltre non può essere equiparato ad altri metalli pesanti, essendo un oligoelemento essenziale per piante, uomini e animali. Viene assorbito dalle piante e si trova naturalmente in tutti gli alimenti vegetali e animali e nell’acqua potabile.

I consumatori che desiderano promuovere l'agricoltura biologica senza rame o con un impiego ancora più ridotto di rame optano per il vino prodotto da vitigni resistenti ai funghi (ad esempio varietà PIWI come Regent, Solaris, Cabernet Jura, Birstaler Muskat ecc.) o varietà di mele come Topaz, Reanda, Regina ecc.

Le malerbe – che l’agricoltura biologica ama definire «erbacce» – nell’azienda Gemma non devono essere combattute con erbicidi, ma nemmeno con mezzi «naturali». Spesso le erbacce vengono preservate come arricchimento della biodiversità e per la copertura del suolo. Se entrano in competizione con le piante coltivate, vengono rimosse manualmente con una strigliatrice o una zappatrice. Come sempre nell’agricoltura biologica, anche in questo caso la prevenzione è importante per evitare la crescita eccessiva di malerbe: le misure preventive più note sono un’elevata percentuale di prati artificiali nell’avvicendamento, varietà con un alto grado di competizione e il cosiddetto diserbo prima della semina.

Le serre non isolate possono essere mantenute solo al riparo dal gelo, cioè ad una temperatura massima di 5 °C. Le serre ben isolate possono essere riscaldate a 10 °C durante la stagione fredda. Per l’allevamento di piantine, germogli, piante ornamentali e colture forzate (specie di cicoria, erba cipollina, rabarbaro), è possibile il riscaldamento tutto l’anno, a condizione che la serra sia ben isolata.

No. La verdura bio cresce su un terreno vero e proprio, sia in Svizzera che all’estero. Bio Suisse consente la produzione lontana dal terreno solo se avviene in modo naturale, come nel caso dei funghi e delle piantine e delle erbe in vaso.

Nell’agricoltura biologica, per mantenere la fertilità del suolo e nutrire le piante vengono utilizzati principalmente i concimi come il liquame, il letame o il composto prodotti nell’azienda. Anche una scelta azzeccata nell’avvicendamento delle colture assicura un suolo vivo con molti organismi presenti. Il foraggio per gli animali da reddito proviene prevalentemente dall’azienda. In questo modo si chiude il ciclo delle sostanze nutritive. Idealmente, ciò significa che l’azienda è autosufficiente per quanto riguarda il foraggio e le sostanze nutritive. Nella pratica però, le aziende bio acquistano mangimi o singoli componenti anche come supplemento. Ad esempio, le aziende senza bestiame, come le aziende orticole, dipendono dall’apporto di concimi organici provenienti da aziende bio vicine. Si rinuncia tuttavia in modo coerente alle concimazioni con sostanze chimico-sintetiche o prodotti fitosanitari chimici di sintesi.

Secondo le disposizioni dell’Ordinanza sull’agricoltura biologica, in alcuni casi ciò è possibile. Le direttive di Bio Suisse, invece, non ammettono una produzione biologica parziale. Le aziende Gemma sono sempre gestite in modo interamente biologico. Solo in questo modo il concetto di ciclo può essere applicato in modo coerente e la credibilità della Gemma mantenuta a un livello elevato. Questo principio si applica ai produttori Gemma in Svizzera e all’estero.

Nutrirsi in modo sano significa mangiare molta frutta e verdura, preferire prodotti integrali, gustare pietanze e bevande dal contenuto zuccherino molto moderato e, anziché acquistare prodotti finiti, prepararsi cibi freschi. Anche con i prodotti biologici è possibile nutrirsi in modo sbagliato, così come si può mangiare sano con prodotti convenzionali non trasformati.
Una relazione diretta tra l’alimentazione biologica e lo stato di salute è stata finora dimostrata solo in studi singoli. Ad esempio, un progetto di ricerca francese ha riscontrato un rischio di patologie tumorali inferiore del 25 per cento nelle persone che mangiano regolarmente prodotti alimentari biologici (INRA 2018).

Nel contesto di una dieta sana, i prodotti biologici hanno comunque chiari vantaggi. I prodotti biologici contengono più sostanze preziose, ad esempio la vitamina C e molte sostanze vegetali secondarie, come gli antiossidanti, che rafforzano le difese immunitarie nel corpo umano. Tra le componenti preziose dal punto di vista della fisiologia nutrizionale, nei latticini si trovano acidi grassi polinsaturi, come gli omega-3, e gli acidi linoleici coniugati (CLA). Entrambi questi elementi si formano in misura maggiore quando le mucche mangiano molta erba e fieno e quando si utilizzano con molta parsimonia i foraggi concentrati e gli insilati di mais. Sono due situazioni tipiche delle aziende Gemma. Inoltre, gli animali nelle aziende bio sono spesso più robusti e più sani e necessitano di meno medicamenti. L’uso moderato di antibiotici comporta la presenza di meno residui nei prodotti di origine animale e di meno germi resistenti agli antibiotici. I prodotti biologici presentano caratteristiche significativamente migliori di quelli convenzionali anche riguardo al contenuto di metalli pesanti, nitrati o residui di pesticidi. La trasformazione dei prodotti biologici è delicata e gli additivi e i coadiuvanti per la trasformazione sono utilizzati con moderazione. Nella trasformazione dei prodotti alimentari bio sono ammessi additivi in misura dieci volte minore rispetto ai prodotti convenzionali. Dai prodotti Gemma sono interamente esclusi la vitaminizzazione, le sostanze coloranti e aromatizzanti. Inoltre, non è consentito ricorrere alla trasformazione chimica, l’irradiazione, il trattamento con microonde e gli additivi geneticamente modificati. 
Complessivamente, i prodotti alimentari bio contribuiscono quindi a uno stile di vita sano e sostenibile nel rispetto della natura e della società.

Scoprite di più nel dossier (in tedesco) sulla qualità e la sostenibilità dei prodotti biologici.

I bioagricoltori non producono su un’isola. Tracce indesiderate di pesticidi o altre sostanze nocive possono trovarsi anche nei prodotti biologici. La Gemma garantisce una produzione senza l’impiego di pesticidi e concimi chimici di sintesi e fa controllare i prodotti a campione da un ufficio di controllo indipendente per verificare la presenza di residui. 

La maggior parte dei residui non deriva da un impiego non consentito, ma dalla contaminazione involontaria o dall’inquinamento ambientale. Nella maggior parte dei casi, quindi, la responsabilità dei residui ricade sulla produzione convenzionale, che usa o ha usato questi prodotti.

Sì, con l’acquisto di prodotti biologici si contribuisce alla tutela dell’ambiente. L’agricoltura biologica lavora con concimi e prodotti fitosanitari organici e si impegna per un trattamento rispettoso e sostenibile delle risorse naturali come il suolo, l’acqua e la biodiversità. Evita l’utilizzo di coadiuvanti chimici di sintesi, regolatori della crescita ed erbicidi o organismi geneticamente modificati. Si prende cura di superfici dal prezioso valore ecologico come prati fioriti, siepi, alberi da frutta ad alto fusto o muretti a secco. Riassumendo, tutto ciò ha i seguenti effetti positivi sull’ambiente:

  • L’agricoltura biologica mantiene fertili i suoli anche per le generazioni future.
  • I terreni bio possono immagazzinare più acqua e carbonio, proteggendo in questo modo l’acqua e il clima.
  • Minore inquinamento dell’acqua da concimi e pesticidi.
  • Maggiore biodiversità.
  • Impiego efficiente delle risorse locali (concimi aziendali, composto, piante di trifoglio, successione ottimizzata di colture campicole e prati).
  • L’agricoltura biologica stabilizza il clima (immagazzinamento del carbonio, riduzione delle emissioni di ammoniaca e di CO2).
  • Secondo le valutazioni del ciclo di vita, i prodotti biologici detengono in media il 16 per cento di punti di impatto ambientale in meno rispetto ai prodotti della produzione 

Trovate maggiori dettagli sulla sostenibilità qui

Gli alimenti biologici sono prodotti di qualità, creati in armonia con la natura. I bioproduttori rinunciano deliberatamente a una massimizzazione delle quantità a vantaggio della qualità. Questo ha il suo prezzo. Nella loro attenzione agli animali e alla natura, gli agricoltori biologici si assumono una riduzione di resa dal 20 al 30 per cento. L’allevamento rispettoso della specie, con tanto spazio a disposizione e foraggio bio, è altrettanto costoso quanto l’impiego limitato di concimi e la rinuncia ai pesticidi chimici di sintesi nella produzione vegetale. Anche la trasformazione è più complessa, poiché i prodotti non possono essere «potenziati», ad esempio con coadiuvanti e aromi artificiali. Inoltre, le disposizioni severe per la separazione del flusso delle merci, la pulizia, l’obbligo di dichiarazione completa, i quantitativi minori e i costi per il controllo e certificazione rendono i prodotti biologici più cari. Per di più, la maggior parte dei prodotti Gemma proviene dalla Svizzera, dove i costi di produzione sono di solito elevati.

Il concetto che sta alla base dell’agricoltura rigenerativa è la formazione dell’humus e il miglioramento della fertilità del suolo. In tale contesto è importante rispettare i seguenti principi: la biodiversità nel suolo e al di sopra di questo, una perturbazione minima dello stesso, presenza costante di radici e di copertura del suolo.

Il suolo riveste un ruolo molto importante, soprattutto in periodi di forti precipitazioni, siccità ecc. Un suolo sano e vivo è in grado di gestire molto meglio tali eventi.

L’agricoltura rigenerativa ha un approccio olistico, così come l’agricoltura biologica. Anche la salute, l’allevamento e l’alimentazione degli animali svolgono un ruolo importante, perché gli escrementi vanno a finire sul suolo. Spesso, infatti, il concime aziendale viene prodotto in questo modo.

L’agricoltura rigenerativa può essere praticata da agricoltori sia biologici che non biologici: non esclude l’impiego di ausili non consentiti nell’agricoltura biologica.

Non esistono direttive per l’agricoltura rigenerativa. Le direttive di Bio Suisse in materia di «fertilità del suolo» coincidono tuttavia con il concetto di base dell’agricoltura rigenerativa.

Bio Suisse appoggia questa forma di coltura. Nell’agricoltura biologica, la cura del suolo vivo e, quindi, il mantenimento e l’incremento della fertilità naturale del suolo sono al centro di tutte le misure colturali. La diversità vegetativa e la copertura possibilmente integrale del suolo offrono le migliori premesse. L’agricoltura biologica prevede una gestione mirata dell’humus.

Se non si tratta di un nuovo prodotto alimentare, come i semi di canapa, i prodotti ottenuti dai semi, come l’olio, la farina, le tisane a base di foglie, ecc. sono autorizzati come prodotti alimentari in Svizzera e possono essere contrassegnati con la Gemma di Bio Suisse, a condizione che esista un contratto valido con Bio Suisse.

L’olio di CBD e i prodotti da esso derivati non sono commercializzabili come alimenti e quindi non possono essere certificati con la Gemma. Anche i prodotti contrassegnati di conseguenza non sono controllati. Nella maggior parte dei casi, il produttore fa riferimento all’acquisto di canapa certificata Gemma, ma non ha un contratto di licenza con Bio Suisse e non può stipularlo. A seconda dello scopo previsto, l’olio di CBD e i prodotti da esso derivati sono soggetti a legislazioni diverse.

Nel promemoria «prodotti a base di canapa» troverete informazioni dettagliate.(in francese)

Secondo la Costituzione federale, gli esseri umani e l’ambiente devono essere protetti dall’uso improprio della tecnologia genetica. La manipolazione di animali, piante e altri organismi come virus o batteri è strettamente regolamentata. L’utilizzo di tali organismi è vietato nell’agricoltura biologica. 

Nel settore medico si applicano particolari disposizioni di legge. La vaccinazione è generalmente consentita anche nell’agricoltura biologica.

Per quello che ne sappiamo, attualmente non esistono vaccini a mRNA nella medicina veterinaria sul mercato svizzero. Pertanto, non esiste ancora una presa di posizione definitiva da parte di Bio Suisse.

Bisogna tenere conto di quanto segue:

  • Il divieto di ingegneria genetica è un principio importante per Bio Suisse. Che si tratti di allevamento, foraggio o medicina veterinaria. L’articolo 4.5 della direttiva recita: «Le medicine veterinarie, i vaccini e altri prodotti immunobiologici contenenti organismi geneticamente modificati non devono essere somministrati.»
  • I vaccini OGM non sono da equiparare ai vaccini a mRNA. Questo perché i vaccini a mRNA non contengono organismi geneticamente modificati. Contengono l’RNA messaggero (mRNA) come schema per alcune proteine virali. Queste proteine attivano il sistema di difesa degli animali vaccinati. In questo modo, il patrimonio genetico (DNA) dell’animale non viene modificato. 
  • I virus geneticamente modificati utilizzati come vaccini sono consentiti dalla legge, ma vietati dalle direttive di Bio Suisse, in quanto si tratta di organismi geneticamente modificati (OGM). Ad esempio, Bio Suisse vieta l’utilizzo del vaccino OGM Vaxxitek contro il virus Gumboro del pollame.

La produzione bio di vino senza preparati a base di rame è oggi quasi impossibile con le condizioni climatiche locali e l’attuale numero di piante. La ricerca bio si è dedicata a lungo a possibili alternative al rame, in quanto questo metallo può accumularsi nel suolo. Dopo molti anni di ricerca, alcuni preparati con una quantità di rame e di agenti alternativi significativamente inferiore sono ora in fase di autorizzazione.

Per quanto riguarda l’effetto dannoso sugli organismi presenti nel suolo, è molto importante la quantità utilizzata. Bio Suisse ha pertanto limitato l’impiego di questi prodotti già diversi anni fa. Gli effetti negativi sugli organismi presenti nel suolo si manifestano solo ad alte concentrazioni. È il caso dei vigneti utilizzati da molti anni, dove in passato (cioè prima dell’introduzione dell’agricoltura bio) venivano spruzzati fino a 80 kg di rame puro per ettaro all’anno. L’agricoltura bio consente solo un massimo di 3 kg di rame per ettaro di superficie aziendale globale coltivata a vigneto e per anno, ripartiti nell’arco di cinque anni. Per la frutta a granella, il limite è di 1,5 kg, per le bacche di 2 kg, per la frutta a nocciolo di 4 kg per ettaro di superficie trattata e per anno.

Inoltre, il rame è utilizzato come fungicida secondo i quantitativi applicabili soprattutto nell’agricoltura convenzionale (anche nella produzione integrata). In questo tipo di agricoltura, si tratta di un’alternativa importante se si è in presenza di ceppi fungini resistenti ai moderni fungicidi. Viene tuttavia utilizzato dai produttori convenzionali anche per motivi di costo.

Il rame, inoltre, non può essere equiparato ad altri metalli pesanti, essendo un oligoelemento essenziale per piante, uomini e animali. Il rame viene assorbito dalle piante e si trova naturalmente in tutti gli alimenti vegetali e animali e nell’acqua potabile.

I consumatori che desiderano promuovere l’agricoltura bio senza rame, o con un impiego ancora più ridotto di rame optano per il vino prodotto da vitigni resistenti ai funghi (ad esempio varietà PIWI come Regent, Solaris, Cabernet Jura, Birstaler Muskat ecc.), o varietà di mele come Topaz, Reanda, Regina ecc.

Sì, le nostre direttive costituiscono il fondamento dei prodotti Gemma a base di insetti o con componenti a base di insetti. Inoltre, ci sono già prodotti Gemma certificati in conformità a queste direttive.

È importante sapere: in linea di principio, tutti gli ingredienti devono sempre essere elencati sulla confezione. Si tratta di un requisito prescritto dalla legge svizzera che naturalmente si applica anche ai prodotti Gemma. I prodotti vegetariani o vegani non contengono insetti o farine di insetti.

Clicca qui per le linee guida (Direttiva Parte II 5.9 Produzione di insetti e Parte III, Capitolo 5 per insetti e prodotti a base di insetti).

Nelle seguenti sottopagine troverete le risposte ad altri argomenti: 

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